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Il sole ha appena passato lo zenit, l'aria di dicembre è ancora calda, ma non arroventata. Arrivando da Bamako sulla strada che porta a Timbuctù, il paesaggio si apre maestoso, verso l'area fluviale del Niger. Laggiù, nella città leggendaria dei trecento santi, ormai quasi città fantasma, il ritrovamento del corpo senza vita del giovane tuareg Ibrahim dà il via a una sparatoria contro un cittadino francese. Il commissario Habib viene quindi convocato a Timbuctù, dove collaborerà con la polizia locale perché si sospetta un atto di terrorismo. Però, mentre le autorità locali e gli esponenti dell'ambasciata francese seguono con sicurezza questa pista, Habib nutre dubbi sulle responsabilità di Aqim, il movimento jihadista che ha installato nella zona il suo quartier generale. Mentre i suoi più giovani collaboratori seguono le loro ipotesi, in un crescendo di avventure e di colpi di scena, Habib si lascia guidare da intuizioni e dettagli fino alla verità, come sempre ricca di sfaccettature. Con ritmo serrato e grande ironia - al limite della comicità - si chiuderà un'inchiesta che di nuovo apre uno spiraglio sull'Africa: il vecchio Mali e il nuovo Mali non sono ancora del tutto in dialogo; le visioni degli europei, spesso legate agli interessi economici e di potere, sono erroneamente riconosciute come vere dagli stessi maliani, che dimenticano di essere in un continente ricco di storia e di risorse economiche.